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Caporalato: spezzare catena sfruttamento per tutelare imprese oneste e lavoratori

Teresa De Petro
caporalato
"I tragici episodi degli ultimi giorni impongono una definitiva e accurata analisi delle distorsioni in atto per dare un nome e un volto a chi impiega i migranti in contesti di illegalità"
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“I tragici episodi degli ultimi giorni impongono una definitiva e accurata analisi delle distorsioni in atto per dare un nome e un volto a chi impiega i migranti in contesti di illegalità e in quali settori economici vengono sfruttati, in modo da stanare i colpevoli ed evitare di criminalizzare tutto il comparto agricolo e agroalimentare, con un danno d’immagine ed economico che ricade esclusivamente sulle imprese agricole serie che, nonostante le distorsioni lungo la filiera e pratiche commerciali sleali come i casi di aste capestro on line al doppio ribasso che strangolano gli agricoltori con prezzi al di sotto dei costi di produzione, nonostante il codice etico firmato l’anno scorso fra il Ministero delle Politiche Agricole e le principali catene della grande distribuzione, continuano ad operare onestamente e in trasparenza”, è il commento del Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, nell’esprimere profondo cordoglio per i lavoratori rimasti vittime dei due incidenti stradali. “Abbiamo invocato ripetutamente negli ultimi anni azioni che portassero ad un livello di sicurezza nelle campagne a beneficio sia delle imprese agricole che per i lavoratori – aggiunge Cantele – appelli che rimangono inascoltati fino a quando non accade una tragedia. E’ indispensabile e urgente una grande azione di responsabilizzazione, dal campo allo scaffale, per garantire che dietro tutti gli alimenti in vendita, italiani e stranieri, ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una equa distribuzione del valore”.

Occorre affiancare le norme sul caporalato – continua Coldiretti Puglia – con l’approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate dall’apposita commissione presieduta da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie promosso da Coldiretti.-

“I prodotti dell’agricoltura passano nelle mani dei lavoratori stranieri – aggiunge Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – che rappresentano circa il 25 per cento del numero complessivo di giornate di occupazione del settore e rappresentano, quindi, una componente indispensabile per garantire i primati del Made in Italy alimentare nel mondo. Sono 134mila gli stranieri residenti in Puglia, con una equa ripartizione tra uomini e donne e le province di Bari e Foggia rappresentano i principali poli attrattivi per gli stranieri regolarmente residenti. Lecce, nel dettaglio, secondo i dati, è la provincia più ambita dalla nuova migrazione, seguita da Foggia, una grande risorsa dell’agricoltura pugliese che va valorizzata e difesa da inquietanti fenomeni malavitosi che umiliano gli uomini e il proprio lavoro e gettano una ombra su un settore che ha scelto con decisione la strada dell’attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale”.

Sono molti i “distretti agricoli” dove i lavoratori immigrati – conclude Coldiretti Puglia – sono una componente strutturata e bene integrata nel tessuto economico e sociale e in Puglia gli esempi sono numerosi.

mercoledì 8 Agosto 2018

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