Franco Ferrara lascia in noi il segno del suo vissuto. Ovvero della matrice del cattolicesimo sociale con il volto verso gli ultimi, e dal loro volto ispirato nella sua missione al servizio della comunità, fra credenti e non credenti.
Con questa sua cifra personale si immerse nei tempi dei grandi mutamenti che proruppero sulla scena negli anni ‘ 70. All’interno della esperienza del sindacato dei lavoratori, non solo della CISL, portò il seme del dialogo, del senso critico.
E originalmente della ricerca teorica e dell’esempio pratico a riguardo delle forme inedite della cittadinanza attiva; fin li estranee alla “democrazia che si organizza che erano i partiti “, ma non in contrapposizione a questi. Proponeva una interpretazione del volontariato come gratuità dell’impegno che, sfuggendo ai parametri del mercato, diviene lievito dell’avanzamento sociale e civile. Si è dedicato alla formazione come tenace esercizio per dare fornire chiavi di soggettività, riscatto, autoaffermazione nella dinamica ineguale della società.
Ci raccogliamo in un pensiero grato e nella vicinanza ai suoi affetti più cari.
Enzo Lavarra