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Lavoro: finalmente il decreto per agriwelfare da ortoterapia ad agriasilo

Teresa De Petro
Si parlerà di ortoterapia e pet theraphy giovedì 18 febbraio a Giovinazzo
"In Puglia sono già state censite 95 aziende agricole che hanno esperienza di accoglienza e di agricoltura sociale e svolgono un ruolo importante nell'ambito della multifunzionalità
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L’agricoltura diventa protagonista di unnnuovo modello di welfare con progetti imprenditoriali dedicati esplicitamentenai soggetti piu’ vulnerabili che devono fare i conti con la cronica carenza deinservizi alla persona soprattutto nelle aree rurali. E’ quanto afferma lanColdiretti nell’esprimere apprezzamento per l’attesa pubblicazione sul sito delnMinistero dell’agricoltura il decreto che definisce i requisiti minimi e lenmodalità previste all’articolo 2, comma 1, della legge 141/2015nsull’agricoltura sociale.

Un’accelerata al pieno e strutturatonsviluppo dell’agricoltura sociale in Puglia sarà dato attraverso l’Accordonquadro Nazionale siglato da Coldiretti e ANCI per accompagnare le aziendenagricole a agrituristiche e sostenere le amministrazioni comunali a svilupparenil nuovo modello di welfare, con l’agricoltura protagonista di progettinimprenditoriali dedicati esplicitamente ai soggetti più vulnerabili che devononfare i conti con la cronica carenza dei servizi alla persona.

“In Puglia sono già state censite 95naziende agricole che hanno esperienza di accoglienza e di agricoltura sociale ensvolgono un ruolo importante nell’ambito della multifunzionalità, accogliendonle fasce più deboli della società nelle aree rurali, una svolta epocale con lanquale si riconosce che nei prodotti e nei servizi offerti dall’agricoltura nonnc’è solo il loro valore intrinseco, ma anche un bene comune per la collettivitànfatto di tutela ambientale, di difesa della salute, di qualità della vita e dinvalorizzazione della persona”, commenta Savino Muraglia, presidentenColdiretti Puglia.

Lungo tutta la Penisola, nelle aree ruralincome in quelle periurbane – sottolinea la Coldiretti – ci sono migliaia dinrealtà molto diversificate che dopo una attesa di quattro anni dalla leggenavranno finalmente un punto di riferimento per le proprie attività in ambitonsociale. C’è chi si occupa di persone con problemi di dipendenza (droga enalcool in particolare) oppure chi si dedica a ortoterapia, ippoterapia e altrenattività con disabili fisici e psichici di diversa gravità, ma ci sono realtànche seguono il reinserimento sociale e lavorativo di persone emarginate (minorina rischio, disoccupati di lunga durata, ecc.) oppure che puntano allo sviluppondi un’attività agricola volta al miglioramento del benessere e della socialitàn(agriasilo, orti per gli anziani, ecc.). Una realtà variegata dove –nprecisa la Coldiretti – è significativa la percentuale di realtà (45%) chenattuano l’inserimento socio lavorativo, di supporto alla quotidianità enall’inclusione sociale (25%) spesso indirizzata agli studenti, riabilitazione enservizi terapeutici (20%) ed educazione ambientale (10%) secondo elaborazioninsu dati Ismea.

Il Decreto chiarisce finalmente – riferiscenla Coldiretti – che le aziende agricole in forma singola o associata e lencooperative sociali il cui reddito da attività agricola debba essere superiorenal 30% del totale possono essere riconosciute come soggetti che erogano servizindi agricoltura sociale. Tra gli utenti di tali servizi si considerano inlavoratori con disabilità e svantaggiati e i minori in età lavorativa inseritinin progetti di riabilitazione e sostegno sociale; inoltre sono servizi dinagricoltura sociale anche le prestazioni e attività sociali e di servizio pernle comunità locali mediante l’utilizzazione delle risorse materiali enimmateriali dell’agricoltura per promuovere, accompagnare e realizzare azioninvolte allo sviluppo di abilità e di capacità, di inclusione sociale enlavorativa, di ricreazione e di servizi utili per la vita quotidiana. Anche lenprestazioni e servizi che affiancano e supportano le terapie mediche,npsicologiche e riabilitative finalizzate a migliorare le condizioni di salute enle funzioni sociali, emotive e cognitive dei soggetti interessati che possononprevedere l’ausilio di animali allevati e la coltivazione delle piante, sinpossono considerare attività di agricoltura sociale. Infine sono riconosciutintali anche i progetti finalizzati all’educazione ambientale e alimentare, allansalvaguardia della biodiversità nonché alla diffusione della conoscenza delnterritorio attraverso l’organizzazione di fattorie sociali e didattichenriconosciute a livello regionale, quali iniziative di accoglienza e soggiornondi bambini in età prescolare e di persone in difficoltà sociale, fisica enpsichica.

Per la “bontà” del servizio erogato ènrichiesta la presenza di figure professionali preposte all’erogazione di talinservizi che potrà essere dimostrata mediante collaborazioni o convenzioni.nAnche l’utilizzo di animali negli interventi assistiti per migliorare lencondizioni di salute, le funzioni sociali, emotive e cognitive delle personencoinvolte e gli orti sociali, condotti da soggetti riconosciuti pernl’erogazione di servizi di agricoltura sociale trovano spazio nel decreto.

Una svolta epocale – conclude la Coldirettin– con la quale si riconosce che nei prodotti e nei servizi offertindall’agricoltura non c’è solo il loro valore intrinseco, ma anche un benencomune per la collettività fatto di tutela ambientale, di difesa della salute,ndi qualità della vita e di valorizzazione della persona.

lunedì 24 Giugno 2019

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