Cultura

Ingresso gratuito e visite guidate al Castello

La Redazione
Castello Svevo
Il Castello Normanno-Svevo di Gioia del Colle è il risultato di almeno tre interventi costruttivi: uno risalente al periodo bizantino, un altro a quello normanno e l'ultimo a quello svevo
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In occasione della prima domenica del mese, domenica 5 febbraio 2017, sarà possibile visitare gratuitamente, con prenotazione obbligatoria al numero 0803491780, il Castello – Museo Archeologico di Gioia del Colle in Piazza dei martiri, 1, dalle ore 09.30 e 16.30 e al Parco Archeologico di Monte Sannace alle ore 11.30.

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Il Castello Normanno-Svevo di Gioia del Colle è il risultato di almeno tre interventi costruttivi: uno risalente al periodo bizantino, un altro a quello normanno e l'ultimo a quello svevo.

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Inizialmente era costituito  da un recinto fortificato in conci lapidei ed era un castello rifugio, cioè un luogo in cui la popolazione locale trovava riparo contro le scorrerie di popolazioni nemiche.

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Questo primo nucleo fu ingrandito nel XII secolo dal normanno Riccardo Siniscalco, che lo trasformò in una residenza nobiliare.

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La sistemazione definitiva del castello si deve a Federico II di Svevia intorno al 1230, epoca in cui si presenta con un cortile quadrangolare, saloni e stanze che si affacciano su di esso, ed è delimitato da quattro torri angolari.

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Con tale struttura il castello di Gioia si inseriva in quel sistema di castelli fortificati che, partendo da Lucera e giungendo fino ad Enna, rispondeva al disegno di Federico II, di controllo e difesa militare delle terre più importanti del suo regno in Italia Meridionale.

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La leggenda vuole che nel castello di Gioia nacque Manfredi, da Federico II e Bianca Lancia, regina che il sovrano fece uccidere perché rea di tradimento.

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Fu proprietà dei Principi di Taranto fino al 400, dei Conti di Conversano fino al 600 e dei Principi di Acquaviva fino agli inizi dell' 800.

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Nel 600 venne trasformato da costruzione militare in dimora residenziale ed adattato alle nuove esigenze abitative, con apertura di monofore, bifore e trifore sia nel cortile interno che sulle cortine esterne, mantenedo intatto il suo impianto strutturale.

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Nel 1884 fu acquistato dal canonico Daniele Eramo e, in seguito a numerose trasformazioni, fu adibito come sede di abitazioni e di depositi. 

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Agli inizi del 900 fu acquistato dal  Marchese di Noci, Orazio De Luca Resta,che successivamente ne propose la donazione al Comune di Gioia del Colle. 

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Sempre agli inizi del 900 ha subito un pesante restauro da parte dell'architetto Angelo Pantaleo, che, da un lato cercò di recuperare l'aspetto originario, dall'altro operò  delle ricostruzioni arbitrarie, che interessarono particolarmente la scalinata, le trifore e il trono. 

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Il 1955 il Ministero della P. I.  acquistò il castello, che era molto malridotto, il quale divenne  proprietà dello Stato, che lo dichiarò Monumento Nazionale.

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Alla fine degli anni 60 l'ingegnere Raffaele  De Vita ha operato un restauro conservativo con una ripulitura delle pareti esterne ed interne, contribuendo a rendere vivibile il castello, sia come monumento da visitare  che come luogo fruibile  per attività culturali e sociali a favore della cittadinanza.

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Il castello di Gioia  oltre ad essere uno migliori dal punto di vista della  conservazione,  tra quelli presenti in Puglia,  è anche uno tra i più caratteristici dal punto di vista architettonico. 

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Infatti   presenta una varietà di motivi artistici che vanno dall'influsso arabo, probabilmente frutto dell'esperienza crociata di Federico II, all'utilizzo della pietra calcarea locale, del bugnato, del tufo carparo locale.Tutto ciò crea crea un apprezzabile e piacevole contrasto ed una vivacità unica nell'insieme. 

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Delle quattro torri angolari originarie, di cui si parla nell'apprezzo della Terra di Gioia sia dell'architetto e tabulario Honofrio Tangho del 1640 che di Gennaro Pinto del 1653, oggi possiamo ammirarne solo due: quella De' Rossi  e quella dell'Imperatrice.

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domenica 5 Febbraio 2017

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