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Latte, Coldiretti: il prezzo alla stalla non si tocca

La Redazione
La Puglia importa circa 80mila tonnellate di latte e derivati
Coldiretti mette un punto fermo sul rumor improbabile e infondato circa la riduzione del prezzo del latte alla stalla in Puglia
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Il prezzo del latte alla stalla in nPuglia non si tocca perché non può andare sotto i costi di produzione ncalcolati da ISMEA, quando nella forbice tra produzione e consumo ci nsono margini da recuperare per garantire un prezzo giusto e onesto che ntenga conto dei costi degli allevatori e la necessaria qualità da nassicurare ai consumatori. È quanto dichiara Coldiretti Puglia che metten un punto fermo sul rumor improbabile e infondato circa la riduzione deln prezzo del latte alla stalla in Puglia.

“Negli ultimi giorni si sono ingenerati allarmismi del tutto ningiustificati che stanno creando solo confusione inutile e dannosa per nla filiera lattiero – casearia pugliese. Gli accordi siglati nelle nregioni del Nord non hanno mai costituito un prezzo di riferimento per nla Puglia, considerato che i costi di produzione, il mercato e gli nstessi quantitativi prodotti sono del tutto differenti”, stigmatizza il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

“Chen non si speculi strumentalmente – insiste il presidente Muraglia – nperché non accetteremo alcun ribasso del prezzo del latte alla stalla npugliese, dove 80mila mucche da latte in Puglia mettono la firma sulla nproduzione di latte, formaggi e yogurt, garantita a livelli di sicurezzan e qualità superiore, grazie al sistema di controlli realizzato dalla nrete di veterinari più estesa d’Europa, ma anche ai primati conquistati an livello nazionale e comunitario”.

Con 3 DOP (canestrato pugliese,n mozzarella di Gioia del Colle e mozzarella di bufala) e 17 formaggi nriconosciuti tradizionali dal MIPAAF (burrata, cacio, caciocavallo, ncaciocavallo podolico dauno, cacioricotta, cacioricotta caprino norsarese, caprino, giuncata, manteca, mozzarella o fior di latte, npallone di Gravina, pecorino, pecorino di Maglie, pecorino foggiano, nscamorza, scamorza di pecora, vaccino) – aggiunge Coldiretti Puglia – iln settore lattiero–caseario garantisce primati a livello nazionale e nSigilli della biodiversità dal valore indiscutibile.

“L’etichettaturan obbligatoria è divenuta una infallibile cintura di sicurezza per i nnostri allevatori – conclude il presidente Muraglia – che devono poter ncompetere alla pari e per la salute dei nostri consumatori debbono potern scegliere in maniera consapevole quello che acquistano e mangiano”.

Inn Puglia a fronte dei 1.939 allevamenti che producono 3,6 milioni di nquintali di latte bovino, le importazioni di latte dall’estero nraggiungono i 2,7 milioni di quintali e i 35mila quintali di prodotti nsemi-lavorati quali cagliate, caseine, caseinati e altro, utilizzati pern fare prodotti lattiero-caseari che vengono, poi, venduti come prodotti nlattiero-caseari “Made in Puglia”.

Sono riuscite a sopravvivere ncon grande difficoltà in Puglia – insiste Coldiretti Puglia – appena n2.700 stalle, a causa principalmente del prezzo del latte, dovuto non nsolo alla crisi, ma anche e soprattutto a queste evidenti anomalie di nmercato. Oltre all’inganno a danno dei consumatori, si tratta – concluden Coldiretti Puglia – di concorrenza sleale nei confronti degli stessi nindustriali e artigiani che utilizzano esclusivamente latte locale.

sabato 17 Ottobre 2020

(modifica il 18 Luglio 2022, 18:24)

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