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Presepe, ovvero sostare davanti al recinto

La Redazione
Il Presepe di Mario Vacca
Sabato 19 dicembre è stato ufficialmente inaugurato il presepe realizzato su manufatti di silicalcite dello scultore Mario Vacca
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Sabato 19 dicembre è stato ufficialmente inaugurato il presepe realizzato su manufatti di silicalcite dello scultore Mario Vacca.

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La chiesa di San Domenico, dove si è tenuta la manifestazione e dove tutt'ora è esposta l'opera, ha ospitato  un pubblico attento e partecipe in un’atmosfera amichevole e cordiale arricchita dalle note dell'organo suonato da Angelo Fasano.

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Ha egregiamente condotto la serata il giornalista Francesco Deramo. Dopo il saluto del Priore della Confraternita del S.S. Rosario, Francesco Tuseo-Ferrer (il quale ha ringraziato Mario Vacca, l’azienda Centro Acciai Inox, il Sindaco e gli intervenuti all’evento), il padre Spirituale don Tonino Posa ha definito il presepe di Vacca un dono di Dio.

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Ha preso poi la parola il confratello Pino Dentico che, partendo da due brani tratti dal Corano e dal Vangelo di Luca, ha sviluppato il suo intervento lungo tre direttrici: il Natale, la nascita di Gesù e il Presepe, così da giungere fluidamente alla descrizione e commento dalla scultura del maestro Vacca.
nIl Natale, ha spiegato Dentico, è appannaggio ma non proprietà esclusiva della cultura cristiana. Ha dunque chiarito l'affermazione con esempi di altre culture antiche,  lontane nel tempo  e nello spazio, che hanno adottato il 25 dicembre come data per indicare la nascita.

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Il tema della Nascita di Gesù è stato  indagato offrendo agli uditori sia elementi della memoria liturgica, e dei Vangeli canonici e di quelli apocrifi, sia elementi delle espressioni artistiche dalle più antiche fino al Presepe come è oggi inteso.

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E qui Dentico ha delineato brevemente la storia del Presepe e ne ha approfondito l'etimologia per indugiare sul senso del "sostare davanti al recinto" (prae- saepes).

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"Il presepe di Vacca – continua Dentico –  è esso stesso un recinto, se si esclude l'albero che chiude all'estrema destra la scena. Un recinto di roccia,ipogeo, dove si immagina non sia mai penetrato barlume di luce". E prosegue con l'analisi dei personaggi, l'indagare le espressioni, la descrizione minuziosa della Natività, del movimento della raffigurazione intervallato da parallelismi e paragoni con opere classiche e moderne, etniche ma anche vicine a noi che insistono in Basilicata ma anche a Monte Rotondo. Ha chiuso il cerchio, quindi, tornando al mistero della luce della Natività citando l' Evangelo dello Pseudo-Matteo ed il Protovangelo di Giacomo.

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Si diceva dell' albero che chiude la scena a destra, Mario Vacca, a tal proposito, ha dichiarato di aver trovato l'ispirazione ascoltando "Giuseppe e Maria" scritto da Vito Maurogiovanni e recitato da Vito Signorile.

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Il giornalista Franco Deramo ha così concluso l'intenso e partecipato evento:

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"La preziosa, quanto originale opera dell'artista Mario Vacca, esposta alla Comunità di Gioia del Colle alla presenza del sindaco Gianni Mastrangelo, è un dono che contiene la ricchezza espressiva di un evento straordinario: la nascita del Figlio di Dio. È incredibile da credersi, ma l'accorrere dei pastori e dei Magi venuti dall'Oriente, figure tutte espresse con ricchezza di particolari, aiutano a capire la gioia di queste persone umili per la lunga attesa e lo stupore che li avvolge di fronte al mistero della Luce che inonda la grotta.
nBen 37 personaggi e 7 animali danno vita ad un pannello di silicalcite di cm 1,80 per 40 che racconta con intensità artistica il Natale, tutto vissuto all'Interno una grotta.
nOpera d'arte molto bella che merita adeguata destinazione per essere apprezzata da tutti".

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venerdì 25 Dicembre 2020

(modifica il 18 Luglio 2022, 18:16)

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