Cultura

Intervista all Dottoressa Annamaria Venere

Francesco Pavone
Annamaria Venere
Autrice del libro "Vittime della violenza di genere"
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La pugliesità vincente è una peculiarita che appartiene da sempre alla Dr.ssa Annamaria Venere. Gioiese di nascita è orami catanese d’adozione, data la sua presenza nella città etnea da quasi un ventennio. E’ creatrice e responsabile della AV-Eventi azienda ad alta dinamica che opera nel settore della formazione-informazione e didattica sanitaria. La Dott.ssa Annamaria Venere ha in più opere di letteratura di settore esposto le sue dinamiche professionali, di sociologa sanitaria e criminologa forense; l’ultima di queste è “Vittime della violenza di genere- la gestione giuridica dell’operatore sanitario”. Il testo fa parte della collana Manualistica, didattica divulgazione- Franco angeli editrice. Si tratta di una opera realizzata dalla Dr.ssa Annamaria Venere, dal Colonnello Cristiano Desideri e dal Ten.col. Fabrizio Frantoni operativi nell’Arma dei Carabinieri rispettivamente presso il Comando Provinciale di Reggio Emilia ed il Comando Provinciale di Bologna. Abbiamo incontrato la Dott.ssa Annamaria Venere per tratteggiare le principali caratteristiche e gli obiettivi dell’opera considerata.

Com’è nato questo libro e di cosa parla?

La mia attività professionale si concentra da oltre trent’anni in ambito sanitario, e nonostante il mercato editoriale offra una vasta gamma di validi volumi che trattano il delicato e complesso tema della violenza di genere, ho sentito l’esigenza di scrivere un volume in grado di dare un concreto supporto ai professionisti sanitari. Ho quindi coinvolto due Ufficiali dell’Arma dei Carabinieri -il Col. Cristiano desideri e il Ten. Col. Fabrizio Fratoni – con i quali già condivido altri interessi professionali ed è nato questo progetto editoriale. Partendo da una prima lettura storico-sociologica del fenomeno, il libro affronta delle riflessioni sulle trasformazioni delle identità maschili e femminili nella modernità, vengono affrontati i nuovi concetti di amore ed eros e molte pagine sono dedicate allo stalking. Infatti un intero capitolo prende in esame i profili e le personalità della vittima e dello stalker. Vengono trattati tutti quei passaggi che permettono l’individuazione degli elementi di rischio e i fattori predittivi. La seconda parte del volume, invece, è incentrata sui riferimenti normativi, sulla realtà giuridica in materia di tutela delle vittime di violenza di genere ma soprattutto sulle Linee Guida e le procedure per gestire e proteggere le vittime che si rivolgono ad un professionista sanitario.

Quali sono gli obiettivi del libro?

L’operatore sanitario, nel rispetto delle norme vigenti deve oggi, più che mai, essere in grado fin dal primo approccio, di riconoscere i bisogni e i problemi della vittima, definirne le priorità e di conseguenza stabilire e attuare una serie di idonei interventi. Il fenomeno impone d’approcciarsi con un modello d’intervento partecipato e condiviso da tutti gli attori territoriali dell’area coperta dai servizi sanitari organizzando, nell’ambito dei circuiti della prima assistenza sanitaria, dei percorsi mirati per la rilevazione e l’assistenza sanitaria in favore delle donne vittime o presunte vittime e assistenza dei minori delle vittime. Tutto ciò basato su precisi iter strutturati, che definiscono fasi, tempi, modalità e strumenti per la diagnosi, la pronta assistenza sanitaria, la tutela legale e l’attivazione immediata delle risorse complementari per la presa in carico. Vittime di violenza di genere.

La gestione giuridica dell’operatore sanitario è dunque un manuale agile, corredato da una serie di strumenti utili per chi deve concretamente operare.

Considerando le analisi sociologiche che si tratteggiano nella prima parte del libro circa stalker e vittime, qual è la valenza che deve acquisire l’intervento degli operatori sanitari in quest’ambito?

Inseguendo la bellissima ninfa Dafne fino alla disperazione, costringendola a trasformarsi in una pianta d’alloro e portando il suo desiderio a queste estreme conseguenze, il dio Apollo si macchia di quello che è considerato il reato di stalking.

Lo stalking include tutti quegli atteggiamenti tramite i quali una persona affligge un’altra persona con intrusioni, appostamenti o tentativi di comunicazione ripetuti e indesiderati (lettere, telefonate, email, sms).

È un comportamento che provoca turbamento e problematiche nella vita delle “vittime”. Lo stalker può essere un conoscente, un collega, un estraneo, oppure, nella maggior parte dei casi, un ex partner. In genere agisce per recuperare il rapporto precedente o per vendicarsi dell’essere stato lasciato. La vittima può essere anche in pericolo di vita, perché per lo stalker essa diventa un’ossessione.

Uno dei problemi fondamentali, per chi si occupa attivamente di tutela delle vittime di violenze di genere, consiste nella bassissima percentuale dei casi che arrivano effettivamente a essere denunciati. I bisogni della vittima s’inseriscono in un quadro d’intervento bio-psico-sociale, difficilmente attuabile da un solo professionista poiché l’intervento prevede l’integrazione fra le diverse figure professionali. I gruppi spontanei, le associazioni di cittadini, così come i Centri anti-violenza sono diventati ormai dei punti di riferimento imprescindibili, una vera e propria risorsa per tutta la comunità civile: ad essi gli operatori sociali e sanitari indirizzano le persone vittime di violenze e di molestie.

A giudizio della Sua competenza sociologico-sanitaria quali sono gli interventi di aiuto più validi ovvero più immediati da porre in essere da parte degli operatori sanitari per aiutare concretamente le vittime di violenza di genere?

L’opera di primo contatto con la vittima ricade, con sempre maggiore frequenza, sulle spalle degli operatori sanitari poiché la stessa, ricorre a cure sanitarie di pronto Soccorso e, a seguire della polizia giudiziaria, degli operatori dei servizi e degli sportelli di ascolto delle vittime, degli avvocati. A questi operatori si richiede una sempre maggiore competenza, necessaria per gestire tutta la fase di supporto e accoglienza della vittima, saperla tranquillizzare anche rispetto alle conseguenze della denuncia, superare certe remore, ovviamente rendendo informata la persona di quello cui va incontro. Il referto è d’obbligo per tutti gli esercenti la funzione sanitaria, quando nell’esercizio della loro professione vengono a conoscenza di fatti che possono rappresentare i caratteri di un reato per i quali si debba procedere d’ufficio.

Ogni operatore sanitario esplicando un’attività di natura pubblica deve, pertanto, essere opportunamente formato, non solo sugli aspetti giuridici inerenti la qualifica di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio, ma anche sugli aspetti salienti della violenza di genere come la gestione del percorso ottimale per la tutela della vittima.

Questi spesso intervengono post evento come devono correlare le vittime rispetto ad una logica richiesta di aiuto alle autorità competenti? Quali possono essere le modalità di miglioramento sinergico fra gli operatori sanitari e le forze di polizia nella gestione dell’evento violenza di genere?

Appare evidente che la violenza nei confronti delle donne e delle altre categorie deboli, costituisca un’evidente violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano, o sono suscettibili di provocare, danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica. Per garantire l’uniforme e l’ottimale gestione degli interventi sanitari nell’ambito di un determinato servizio territoriale appare indispensabile individuare, predisporre ed attuare accurate linee guida d’azione e mirare verso una continua, e sempre più specialistica, formazione dell’operatore sanitario. Essa non deve basarsi non solo sull’approfondita conoscenza degli aspetti fondamentali del fenomeno, ma anche sulle modalità di approccio con le vittime per poter meglio riconoscerne i bisogni e i problemi, sottolineando come tale fenomeno, si sviluppi soprattutto nell’ambito dei rapporti familiari/intimi, tanto da coinvolgere donne di ogni estrazione sociale, di ogni livello culturale, sia pure in forme e proporzioni differenti.

Lei è Sociologa Sanitaria ma anche Criminologa Forense. Ha già in progetto altre Sue opere di approfondimento dello stesso tema?

Dopo diverse pubblicazioni e innumerevoli articoli di carattere sociologico, quest’anno, complice il recente lockdown, ho deciso di sperimentare un genere narrativo che adoro e che mi permette di attingere a personaggi e fatti reali che hanno fatto parte (o che fanno tutt’ora parte) della mia vita, e cioè un Thriller.

sarete i primi a sapere la data di pubblicazione.

venerdì 10 Luglio 2020

(modifica il 18 Luglio 2022, 18:35)

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