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Chiusura PPI. Interrogazione M5S : “Prima provvedere alla riorganizzazione della rete di emergenza”

La Redazione
Il consigliere regionale M5S Marco Galante
Tra i 39 Punti di Primo Intervento a rischio chiusura anche quello di Gioia del Colle​.
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Il Movimento 5 Stelle ha depositato un’interrogazione urgente a firma del consigliere Marco Galante, indirizzata al Presidente/ Assessore alla Sanità Emiliano per richiedere chiarimenti sulla Delibera di giunta approvata lo scorso 10 aprile che prevede la chiusura di numerosi Punti di Primo Intervento (PPI).n

Tra i 39 Punti di Primo Intervento a rischio chiusura anche quello di Gioia del Colle.

Il presidente Emiliano, rispondendo alle critiche, ha affermato che le azioni in atto riguarderanno una riconversione del servizio e non una chiusura.

“Come ormai da copione – dichiarano i consiglieri pentastellati – il Presidente Emiliano agisce solo sulla base dei dati numerici ed economici dettati dal Decreto Ministeriale n. 70, senza prendere neanche lontanamente in considerazione quelle che sono le reali esigenze del territorio. Leggendo la delibera – continuano – si evince chiaramente che si intende provvedere alla chiusura dei PPI pur non avendo ancora provveduto alla riorganizzazione del sistema di emergenza-urgenza, né al potenziamento dei servizi territoriali. Una situazione molto rischiosa per la salute dei cittadini, i quali saranno tutti costretti a recarsi appositamente nei Pronto Soccorso ancora esistenti”.n

Nell’interrogazione si chiede al Presidente Emiliano se non ritenga necessaria la previa riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza sanitari e territoriali, e di conoscere con precisione tempi e modalità di attuazione delle riconversioni dei singoli PPI.n

“Evidentemente – continuano i consiglieri cinquestelle – il presidente Emiliano ignora che il D.M. 70 richiede esplicitamente di prendere in considerazione le esigenze dei territori e il potenziamento della rete emergenza-urgenza, e non semplicemente i numeri, per realizzare il Piano di Riordino. Il potenziamento dei Distretti Territoriali e l’istituzione dei PTA (così come previsti dal Decreto) potrebbero agevolare la fruizione dei servizi ai cittadini, ma il modo di operare del Presidente Emiliano è fuori da ogni logica. Si tratta – prosegue – dell’ennesimo schiaffo alla tutela della salute dei cittadini, di cui sembra si siano accorti anche i consiglieri di maggioranza. Leggo i loro commenti indignati, ma mi chiedo allora perché alla prova dei fatti abbiano votato a favore del piano di riordino. Sembra –proseguono – che ora caschino dalle nuvole, come se non fossero a conoscenza del lavoro svolto dal loro Presidente”.n

“I PPI – incalzano i pentastellati – devono essere trasformati in punti di primo intervento territoriali da collocare negli ospedali di comunità, nelle case della salute o nei PTA. Come sono intesi oggi, creano aspettative di cure nei cittadini che poi non possono essere soddisfatte traducendosi in una inutile spesa e, soprattutto, in una perdita di tempo che, per le patologie più gravi può divenire fatale. Con la trasformazione che abbiamo suggerito più volte ad Emiliano i Punti di Primo Intervento creerebbero quel filtro territoriale, la cui assenza oggi intasa i triage dei Pronto Soccorso che sono già al collasso. Tale rimodulazione eviterebbe l’inappropiatezza che quotidianamente viene perpetrata negli ospedali per acuti, dove, invece, afferiscono i codici bianchi e verdi che rappresentano l’80% degli accessi totali. È semplicemente assurdo pensare di chiudere oggi tutti i PPI, non tenendo conto degli accessi, dell’orografia del territorio, della distanza dai nosocomi. È assurdo perché questa scelta non può essere assunta prima di aver strutturato e ristrutturato il territorio così come previsto dalla legge istitutiva dei PPI. Vanno modificati la Delibera di Giunta 239/2017 e il regolamento 14/2015 relativi al piano di riordino ospedaliero rimodulando il cronoprogramma. Sostituire con ambulanza il presidio territoriale non garantisce l’incolumità continua dei cittadini. Tenuto conto che ci possono volere anche più di tre ore per trasferire un paziente, con previsioni peggiorative in caso di maltempo, chi garantirebbe tutti gli altri cittadini nel frattempo da altre urgenze e emergenze?”.n

martedì 17 Aprile 2018

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